Emoticons si, emoticons no.

🙂 e nasce un sorriso
L’espressione del viso durante una conversazione, il tono con cui un interlocutore si rivolge all’altro, sono strumenti fondamentali per la buona riuscita di una conversazione, poiché è attraverso essi che l’interlocutore capisce le intenzioni e il messaggio proposto dal’altro. Tuttavia con l’avvento di computer e successivamente di cellulari, smartphone e tablet, la comunicazione ha cominciato a svilupparsi in forma scritta attraverso l’utilizzo di email e sms.
E così da quando sono stati inventati gli SMS e altri strumenti di messaggistica simile, si è cominciato a sentire l’esigenza di rendere meno impersonali, messaggi che risultavano per necessità di spazio, privi di emozione.
Nascono così le emoticons. La parola infatti è un mix tra “emotions” e “icons”, proprio per sottolineare il fatto che queste piccole faccine esprimono il tono e il sentimento che attraverso le sole parole, spesso viene meno.
Le emoticon, proprio grazie alla loro natura prettamente grafica, consentono all’interlocutore di percepire immediatamente il messaggio, che diventa così subito comprensibile.
Dalla loro prima comparsa, le emoticon hanno subito un’ evoluzione continua nella grafica e così da semplici riadattamenti di “punti e virgola” , “parentesi” e “due punti” , si è arrivati a vere e proprie faccine che esprimevano emozioni diverse.
Al giorno d’oggi infatti, tra SMS, Tweet, Email etc. in cui il contatto umano è praticamente inesistente, siamo abituati a scrivere, scrivere e ancora scrivere, senza però domandarci cosa arrivi all’altra persona. Il messaggio che mandiamo attraverso strizzate linee di testo, può essere frainteso, proprio perché chi legge non sempre riesce a capire il tono della frase. Ecco che quindi ci possono venire in aiuto le emoticons.
Faccine tristi, faccine sorridenti, faccine con i cuori al posto degli occhi, possono essere un valido aiuto per trasmettere il proprio messaggio. Ora, non dico che le emoticons risolvano ogni problema di comunicazione e che soprattutto possano essere utilizzate in qualsiasi contesto, questo no, ma tra amici, parenti e qualche collega, possono essere un piccolo aiuto per non essere fraintesi.
Vediamo quindi tre casi in cui è lecito (se non doveroso) utilizzarle.
Punto 1 – sdrammatizzare una situazione
Bhe a volte capita di prendere in giro il proprio interlocutore, soprattutto se è un amico e per fare in modo che lo scherzo sia effettivamente compreso come un gioco anche dall’altra persona, possiamo affidarci alle emoticons. Con faccine sorridenti, diciamo che possiamo permetterci di dire tutto, senza ferire il nostro interlocutore, che capisce attraverso le emoticons, se stiamo scherzando o meno.
Punto 2 – com’è bello l’amore se ci sono le emoticons
Nei messaggini tra innamorati, sicuramente le emoticon aiutano molto e anzi possono essere anche un valido ausilio per tutti coloro che non riescono a esprimere i propri sentimenti davanti al partner. Occhio però a non abusarne!! Le emoticons esattamente come le parole sdolcinate, possono creare una crisi iperglicemica!! Quindi usatele, ma per favore con parsiomonia 😉 (qui l’emoticon è doversa).
Punto 3 – ho poco tempo e poca voglia: usiamo un’emoticon
Vi è mai capitato di ricevere un messaggio da una vostra logorroica amica proprio nel momento in cui avete più da fare? Bhé anche in questo caso, le nostre emoticons possono venirci in auto. Faccine sorridenti, pollici alzati alla Cesare, possono infatti valere più di mille parole e salvarci in situazioni drammatiche senza farci fare brutte figure.
Ovviamente come in tutte le cose, un uso eccessivo di emoticon, soprattutto in alcuni contesti, può essere piuttosto controproducente. Secondo quello che viene espresso nella “netiquette”, il galateo della Rete, smile e affini dovrebbero essere utilizzati con moderazione e solo quando servono. Ad esempio un uso congruo può essere quando si fa una battuta che può essere equivocata mancando nella forma scritta la possibilità di esprimere tono e sfumature di conversazione.
In ambito aziendale, le politiche legate all’uso di queste simpatiche faccine è piuttosto contrastante. In alcune società infatti, le emoticons sono assolutamente vietate, mente in altri contesti lavorativi addirittura sono inserite nella intranet e nelle chat aziendali.
Conclusioni
In sostanza l’utilizzo delle emoticons se da un lato può venirci incontro per esprimere ciò che con le semplici parole non riusciamo mostrare, dall’altro può essere visto come strumento di poca cura e serietà nello scrivere. Per questo motivo occorrerà studiare il contesto entro cui andremo ad utilizzare queste faccine e anche e soprattutto la persona con cui ci andremo ad interfacciare.
Voi cosa ne pensate? Se vi va, lasciateci un commento e diteci la vostra.